Plurale come due
Mentre il tempo scivola troppo velocemente, l’amore e la musica sembrano diventare usa e getta, e cresce in noi la sensazione di essere sbagliati, Angelucci sceglie per il suo secondo album il linguaggio che più gli appartiene e che da sempre si ribella a tutto questo: il rock che conosce il respiro dei palchi, arricchito da venature punk, suggestioni internazionali e pulsazioni elettroniche. Ci restituisce così un racconto che, al di là della nascita di due gemelli, a cui dedica l’intero lavoro, è quello di tutti: storie d’amore finite che ridisegnano città intere, dolori che diventano rinascite, il desiderio di fuggire lontano, la fatica di riconoscersi nello specchio del mondo, le occasioni perdute e la sete inestinguibile di riscatto.
A rendere unico Leonardo è la sua voce: schietta e diretta, che abbraccia senza resistenze. Una voce che non potrebbe essere altrimenti, capace di semplificare senza mai sminuire. Si arrampica sulla pelle e cattura la quotidianità: un flusso di pensieri, interrotto qua e là da isole di silenzio; poi le chitarre, che parlano della passione di Leonardo per la musica suonata, e la sezione ritmica, che traduce in suono i battiti accelerati del suo cuore, quelli che da fuori non si possono vedere.
Al suo fianco, nella nascita di questo disco, due mentori: Giorgio Maria Condemi, con i suoi guizzi produttivi permeati da ispirazioni vintage di qualità, e Gianni Istroni, le cui scelte restituiscono la sapienza di chi in questo mondo ci abita da sempre, e non ha mai smesso di osservare e lavorare.
Leonardo Angelucci parla del disco: “È il mio secondo album in studio, realizzato allo Stra Studio di Centocelle, con la produzione artistica di Giorgio Maria Condemi e l’operato di un artigiano del suono di grande esperienza come Gianni Istroni. Il secondo album è sempre il più difficile, nel mio caso non tanto per la scrittura e per la produzione, quanto per i tempi di pubblicazione e gli sconvolgimenti di vita intervenuti nel mezzo. Tra cui quella che ho definito la mia release più importante finora: Damiano e Ilenia. Ma c’è un altro riferimento al numero due. Per la scrittura di due brani, “Aeroplano” e “Camaleonte”, mi sono avvalso di un collega cantautore con il quale ho condiviso l’esperienza del CET di Mogol: Francesco Pesaresi, in arte “Pecs”. Il disco, che sguazza nelle mie radici rock, è tutto suonato da me e Giorgio, con un’attitudine abbastanza punk e l’aiuto di qualche artificio in fase di produzione. Le corde del basso e della chitarra sono le vere protagoniste, sempre supportate da un groove della sezione ritmica e da qualche synth o coro. I testi parlano d’amore finito, di addii e arrivederci, di arrivi e partenze, passando per riflessioni sulla società decadente che ci circonda e sulla nostra invisibilità nel complesso.”
Tracklist
- Aeroplano
- Sopra di Me
- All You Can Eat
- Camaleonte
- Il Cane e il Gatto
- Faccio Surf
- Tarassaco
- Extraterrestre
Crediti del disco
Musica: Leonardo Angelucci, Giorgio Maria Condemi
Testi: Leonardo Angelucci, Francesco Pesaresi “Pecs” (“Aeroplano” e “Camaleonte”)
Mix & Master: Gianni Istroni
Artwork di copertina: Leonardo Angelucci
Label, distribuzione & Management: Free Club Factory
Ufficio Stampa: Purr Press – press@purrpress.it
Fotografie: Matteo Troiani
Produzione Video: Free Club Factory
